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Il titolo della diciassettesima puntata della stagione numero due di J-TACTICS, trae spunto​ da:​ "Confessions of a dangerous mind”, che è un film del 2002 diretto da George Clooney.
La pellicola è basata sull’autobiografia omonima di Chuck Barris.
Barris è un noto creatore di programmi e conduttore televisivo, al vertice degli ascolti negli anni ’60.
L’uomo viene, all’apice della sua carriera, avvicinato da un agente della CIA, Jim Byrd si lascia convincere a diventare membro effettivo, iniziando a condurre una doppia vita.
Chuck si carica di omicidi, ben 33 secondo le sue dichiarazioni, di cui ovviamente non c’è prova concreta e tangibile.
Tale ambiguità spinge il regista Clooney a mantenere un “doppio” registro ossia: quanto c’è di “reale” nell’intera vicenda e quanto invece sta nella mente mitomane del protagonista e uomo di spettacolo?
Mescolando i generi e le memorie cinematografiche e non, il regista fa riflettere sul formarsi di una personalità dissociata in un periodo storico, gli anni ’60 in cui è ambientato il film, in cui il presunto nemico risulta essere lontano e misterioso così come lo era nell’intero periodo della guerra fredda.
Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo specifico alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare le furibonde polemiche seguite alla vittoria, abbastanza netta, ottenuta dalla Juventus allo Stadium ai danni della Fiorentina.
Una vittoria netta, nel rotondo risultato di 3-0.
Nonostante ciò i due rigori assegnati ai campioni d’Italia, entrambi trasformati da CR7, hanno avuto l’effetto di suscitare un vespaio di polemiche, in modo particolare il secondo penalty concesso dall’arbitro Pasqua all ’80 sul risultato di 1-0 è stato fortemente contestato dai viola, giocatori e dirigenza compresa.
Nelle dichiarazioni post partita destano perplessità quelle rilasciate dal businessman americano Rocco Commisso, presidente della Fiorentina.
Senza mezzi termini, e senza un filo di obbiettività ed autocontrollo aggiungiamo noi, il massimo esponente viola dichiara ai giornalisti nel post gara: “Sono disgustato, alla Juve non serve l’aiuto dell’arbitro per vincere”.
Parole forti al limite della diffamazione.
La società, com’è giusto che sia, tenta di tutelarsi tramite le parole del vicepresidente Pavel Nedved.
L’ex giocatore ceco esprime un concetto chiaro e conciso, ossia è ora di finirla di creare alibi per giustificare la sconfitta mortificando e mettendo in dubbio la trasparenza della vittoria dei bianconeri.
Nei giorni successivi al caos post Juve-Fiorentina e al botta e risposta tra Nedved e Commisso, si registra l’intervento di alcuni “illustri” addetti ai lavori dimenticati, i quali mettono in discussione la legittimità dell’intervento di Nedved, in quanto autore a loro dire di polemiche e comportamenti intimidatori nei confronti degli arbitri nel suo periodo da giocatore.
Ci chiediamo, è possibile che la seconda carica societaria non sia legittimata a difendere la squadra che esso rappresenta?
Ancora, le dichiarazioni di Commisso sono create ad arte proprio nel match contro i campioni d’Italia per sfruttare il clamore mediatico e cavalcare il sentimento d’odio che si respira in quel di Firenze in modo da ingraziarsi i tifosi?
Poi, la Juve è effettivamente l’alibi dei perdenti e degli sconfitti così come dice Pavel Nedved?
Credete voi che la Juve in quanto società tra le più in vista al mondo e quotata in borsa, dovrebbe tutelarsi in modo decisamente più forte e convinto anche in sede legale?
Una cosa appare sempre e comunque certa agli occhi dell’attento ed onesto osservatore, la vittoria o la sconfitta assume sempre un altro significato e valore se la protagonista è la Juventus.
Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!
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4 years ago #calcio, #fiorentina, #juve, #nedved, #sport