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Claudio Pasceri "Est Ovest Festival"

Claudio Pasceri "Est Ovest Festival"
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Jun 16, 2020 · 16m 49s

Claudio Pasceri "Est Ovest Festival" Isole d’Istanti da un’idea di Claudio Pasceri, un progetto EstOvest Festival in collaborazione con Area Sismica Da lunedì 15 giugno sui social di EstOvest Festival...

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Claudio Pasceri
"Est Ovest Festival"


Isole d’Istanti
da un’idea di Claudio Pasceri, un progetto EstOvest Festival in collaborazione con Area Sismica
Da lunedì 15 giugno sui social di EstOvest Festival e Area Sismica,
un episodio per ogni giorno della settimana.

“Ho sentito, nelle settimane passate, l’esigenza di realizzare un progetto che racchiudesse sensazioni legate al periodo di clausura che tutti stavamo trascorrendo e che, poco a poco, va ora allentandosi, esaurendosi. Doveva essere un processo artistico completo, condiviso, che contemplasse una piccola comunità di musicisti. Bisognava che la parabola musicale si realizzasse interamente in questo periodo sospeso ed interlocutorio, che evocasse nei suoni la straordinarietà e l’unicità di un tempo più interiore che conclamato.”
Claudio Pasceri, violoncellista e direttore artistico di EstOvest Festival, racconta con queste parole il senso di un progetto nato nei giorni del lockdown per racchiudere, in musica, i sentimenti e le sensazioni nati durante le lunghe settimane costretti in casa.
Da lunedì 15 giugno, ogni giorno alle 19 sulle pagine social di EstOvest Festival (Facebook https://www.facebook.com/EstovestFestival/, Instagram https://www.instagram.com/estovestfestival/) e su quelle dell’Associazione Culturale Area Sismica di Forlì (Facebook https://www.facebook.com/areasismica/, Instagram https://www.instagram.com/areasismica/) in prima visione una tappa di un viaggio in sette tappe per testimoniare con composizione e esecuzioni originali uno dei momenti più straordinari vissuti da ognuno e dall’umanità nella sua interezza. Alle ore 12, nelle stesse giornate, un video di introduzione al brano di ciascun compositore.
Sono stati coinvolti sette giovani compositori di grande talento perché scrivessero ciascuno un breve brano per violoncello, uno per ogni giorno della settimana, dal lunedì alla domenica. Si è costruito così, attraverso le sette nuove partiture scritte in clausura e eseguite dallo stesso Pasceri e dagli altri musicisti nella stessa situazione di isolamento e lontananza, un percorso, una passeggiata virtuale che diventa un appuntamento quotidiano virtuale e reale nello stesso tempo. Isole d’Istanti, il titolo scelto, per fermare in un solo istante, il proprio isolamento e nello stesso tempo trasformare questi momenti in un arcipelago di senso collettivo.
Cos’ha significato questo isolamento per noi? Questa la prima domanda che Claudio Pasceri ha posto. Ognuno ha dato una risposta secondo la propria sensibilità, avendo percezioni molto diverse di questo periodo. Per molti il tempo a disposizione è stata una manna dal cielo, per altri un momento critico sul rapporto con la scrittura. Per tutti è stata un’occasione di riflessione sull’assenza, di ogni tipo: di stimoli, di relazioni, di suggestioni. La creatività di ognuno ha riempito diversamente questo vuoto. Nell’arco di alcune conversazioni on line è nata un’idea unitaria alle tante proposte personali, arrivando a definire alcune linee guida per la composizione.

Sono nate così sette passeggiate virtuali in cui il richiamo al famoso lied Der Wanderer (Il Viandante) di Schubert diventa un espediente per le riflessioni in musica di ciascuno. Il violoncello è il viandante, che attraverso la raccolta diventa personificazione di un io immaginario e ogni giorno entra in relazione ad altro o altri da sé: un pensiero inaspettato, un luogo, un’altra persona, un suono. Dunque un altro violoncello, un clarinetto di bassetto, una marimba, un violino, un contrabbasso, una voce: sono i personaggi che mano a mano mutano l’individualità del violoncello in un percorso di formazione continua. La sfida è stata immaginare dei brani la cui esecuzione sarebbe avvenuta a distanza, ponendosi il problema che gli esecutori avrebbero dovuto registrare in autonomia la propria parte, senza prove d’assieme. Anche in questo la sensibilità di ciascuno ha inciso in maniera diversa, trovando soluzioni molto varie da forme di alea libera o più controllata, ad altre ancora che si affidano alla tecnologia, al metronomo, alla post-produzione. Sono brevi istantanee delle sensibilità di ciascuno circa la percezione del momento complesso e inaspettato che tutti stiamo vivendo. Grazie alla spinta di Pasceri ed alle lunghe conversazioni online, ognuno dei compositori e degli esecutori, abitante della propria isola, ha potuto sia viaggiare dentro se stesso sia approdare nei porti degli altri, in un progetto condiviso che sembrava impossibile.
I creatori di musica grazie ai quali il progetto ha preso vita sono Edoardo Dadone, Livia Malossi Bottignole, Marco Pedrazzi, Riccardo Perugini, Alessio Romeo, Sara Stevanovic e Diego Tripodi. Al loro fianco, insieme allo stesso Pasceri, Ginterpreti di grande prestigio come Enrico Maria Baroni, Simone Beneventi, Giacomo Piermatti, Adrian Pinzaru, Maria Elena Romanazzi e Michele Marco Rossi. Sette compositori per sette interpreti.


I brani:
1) Lunedì

Re-pair – di Riccardo Perugini
per due violoncelli ed elettronica
Claudio Pasceri, violoncello
Michele Marco Rossi, violoncello

Re-pair, pezzi rotti di un brano da riparare.


2) Martedì

Ad ogni passo – Marco Pedrazzi
per clarinetto di bassetto, violoncello ed elettronica
Enrico Maria Baroni, clarinetto di bassetto
Claudio Pasceri, violoncello

È l’ennesima giornata spesa a lottare contro i soliti pensieri. Sono i ricordi di uno sguardo, di una parola donata in un momento inaspettato, di un abbraccio materno lontano. Sono i nomi di chi ti ha lasciato. Così il violoncello talvolta sussurra talvolta grida quei nomi, ci si aggrappa con tutta la forza che ha dalle prime ore del mattino fino a sera, e ciò riverbera con forza nei suoi pensieri assumendo la sonorità di un violoncello elettronico che riecheggia in profondità. In tutto questo, si insinua quella sensazione di pesantezza ed instabilità – sensazione tanto fisica quanto mentale – che ad ogni passo tormenta il protagonista: il registro scuro del clarinetto di bassetto. Sul finire della giornata, i ricordi tormentati sembrano cedere alla notte, interrotti da alcuni sospiri e singhiozzi. Tutto sembra placarsi, arrendersi al sonno… ma è davvero così? Ma oggi è già domani? E domani è uguale a ieri? Ad ogni passo, dedicato ai miei pensieri ricorrenti.


3) Mercoledì

Across the passing hours – Sara Stevanovic
per violoncello ed elettronica
Claudio Pasceri, violoncello
Sara Stevanovic, elaborazione elettronica

Estratto di un mercoledì pomeriggio: seduto su una stretta panca, un libro aperto sulle ginocchia, lo sguardo assente. Qualcosa si stava rompendo, qualcosa s’è rotto. Il susseguirsi delle ore, il susseguirsi dei giorni; è una parentesi felice, un vuoto pieno.


4) Giovedì

Wie ein Nachtlied – Alessio Romeo
per violoncello solo
Claudio Pasceri, violoncello

Un cammino notturno alla luce di lampioni immersi nella quiete ombrosa di case, inferriate, macchine agli angoli delle strade, teatro di un dialogo muto con sé stessi in cui l’afasia si fa canto.


5) Venerdì

Recitativi da remoto – Edoardo Dadone
per marimba e violoncello
Simone Beneventi, marimba
Claudio Pasceri, violoncello

Recitativi da remoto è un piccolo tentativo di musica da camera praticabile a distanza. Nell’impossibilità di una concertazione reale, ho cercato di utilizzare gestualità così plateali da non richiedere agli esecutori alcun adattamento alle caratteristiche del proprio compagno, garantendo così piena autonomia nel gestire la ricercata esagerazione degli atteggiamenti strumentali. Il metronomo in cuffia costituisce l’ingombrante viatico di questo percorso, poiché ne frena le esuberanze e si pone, perentoriamente, come unico, reale e desolato interlocutore.


6) Sabato

Virtual Landscape 001 – Livia Malossi Bottignole
per violino, violoncello e contrabbasso
Adrian Pinzaru, violino
Claudio Pasceri, violoncello
Giacomo Piermatti, contrabbasso

L’Uccellinità, archetipo classico che si perpetua attraverso i frammenti dell’eternità, può manifestarsi in un punto particolare del tempo con un particolare cinguettìo di un particolare uccellino. Ma se l’Uccellinità viene imprevedibilmente catturata dal microfono di un ragazzo annoiato alla finestra, cosa accade all’immagine deforme che viene moltiplicata negli specchi del tempo?


7) Domenica

Sempredove – Diego Tripodi
per voce e violoncello
Maria Elena Romanazzi, voce
Claudio Pasceri, violoncello

Oltre le chiuse stanze della nostra solitudine, c’è l’enigmatica diversità degli altri. Eppure, nonostante tutto ci parli di una reciprocità irraggiungibile, resta lo sforzo di un’intima volontà di comprensione. Nelle passeggiate errabonde del nostro Io, l’altro si configura come l’isola di Utòpia, la cui ricerca non conosce autunno: Sempredove. Nel brano voce e violoncello danno luogo ad una sensibilità di frammenti: i materiali, grezzi e in sé conclusi, circolano fra i due strumenti come un inseguimento desioso. Salvo scoprire che non vi è comunione se non nel gesto ineffabile di un respiro. (Testo di Daniela Brunelli e Leonardo De Santis)

Fonici: Andrea Fumelli e Paolo Puglisi
Montaggio video: Filippo Perugini



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