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Il 20 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato. Il termine «rifugiato» porta con sé la fuga nel presente e un passato che in qualche modo non si potrà cancellare, ma rimarrà nel tempo e nella memoria. Una canzone ricorda come questo aspetto sia una costante nella storia altrui, ma anche dell’Italia: si intitola «Venezia 1948», del violinista e cantautore Michele Gazich. È una canzone che ricorda i profughi della Dalmazia che dopo il ‘47 cominciarono ad arrivare a Venezia, collocati in un campo del quartiere popolare di Cannaregio.

Ascolta la nota di Claudio Zonta S.I., dalla newsletter de "La Civiltà Cattolica", Abitare nella possibilità.
Il 20 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato. Il termine «rifugiato» porta con sé la fuga nel presente e un passato che in qualche modo non si potrà cancellare, ma rimarrà nel tempo e nella memoria. Una canzone ricorda come questo aspetto sia una costante nella storia altrui, ma anche dell’Italia: si intitola «Venezia 1948», del violinista e cantautore Michele Gazich. È una canzone che ricorda i profughi della Dalmazia che dopo il ‘47 cominciarono ad arrivare a Venezia, collocati in un campo del quartiere popolare di Cannaregio. Ascolta la nota di Claudio Zonta S.I., dalla newsletter de "La Civiltà Cattolica", Abitare nella possibilità. read more read less

3 years ago #musica, #rifugiato, #venezia