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Ugolinuccio sedeva di fronte a Ormanno, mangiavano senza dirsi una parola, solamente il rumore delle mandibole rompeva il silenzio di quella sera. Finito di mangiare il cibo che aveva nel piatto, Ormanno tornò a sorseggiare dal calice un altro po' di vino; Gorianna accortasi che l'ospite aveva svutato il piatto si apprestò per portarglielo via e, non appena fece per prendere le stoviglie dal tavolo, sentì una mano accarezzargli il fonodoschiena: i suoi occhi si sgranarono verso Ugolinuccio che però, non si accorse di nulla, stava ancora masticando cibo col viso riverso sul piatto; allora, non diede molto peso all'accaduto e proseguì i suoi doveri senza dire una parola, portando tutto nella cucina.

Finito di cenare, Ormanno assunse una posizione stravaccata sulla sedia, tenendo il calice in mano e dedicandosi solo a bere del vino: osservava il suo amico di fronte poi, ruppe il silenzio domandando per quale motivo era stato invitato al castello. Ugolinuccio già che la natura con lui non era stata generosa rifiutantogli il fascino, la bellezza e il garbo, con la bocca già colma di cibo sorseggiò del vino, riempendo ancor di più quelle guance gonfie simili a quelle di un rospo; Un rigagnolo di vino fuoriusciva dalla bocca, prese un tovagliolo e si pulì alla meno peggio, si passò l'unghia del mignolo tra i denti e poi rispose al suo amico.

Aveva due richieste per Ormanno, la prima era quella di badare al castello in sua assenza assieme al pro zio e, l'altra, per lui la più importante e imbarazzante da confessare, era quella di badare a sua moglie Costanza; quest'ultima richiesta fece sorridere Ormanno e lo fece destare dalla sedia a tal punto che Ugolinuccio, lo richiamò all'ordine marcando il tono con cui stava esponendo le motivazioni della sua convocazione al castello. Confessò che sua moglie Costanza si trovava lì per una serie di scappatelle che fece in passato, nel paese in cui vivevano tempo addietro e, per il motivo che, la gente mormorava sull'infedeltà della moglie schernendo di conseguenza anche lui mettendo in discussione la sua autorità.

Ormanno domandò il perché doveva assentarsi e Ugolinuccio rispose che sarebbe dovuto partire da lì a pochi giorni per i confini, a sedare una rivolta di contadini e ribelli. Dopo aver confessato il motivo più imbarazzante che motivava l'ivito di Ormanno a corte, non senza imbarazzo Ugolinuccio salutò Ormanno augurandogli una buona notte.

Ormanno rimase ancora a tavola sorseggiando vino, quando la bella Gorianna riapparve nella sala: doveva sgomberare il tavolo dagli avanzi di cibo e, dal resto delle stoviglie. Ormanno la fissava mentre raccoglieva gli oggetti in tutta fretta e imbarazzata, nell'essere sola con Ormanno. Un fagotto veloce con tutto dentro e via come una saetta scomparve dalla scena. Ormanno ormai alticcio e comprendendo che la sua occasione di diverstirsi con la ragazza era sfumata, alzò il calice per un brindisi e sorseggiare ancora una volta.
Ugolinuccio sedeva di fronte a Ormanno, mangiavano senza dirsi una parola, solamente il rumore delle mandibole rompeva il silenzio di quella sera. Finito di mangiare il cibo che aveva nel piatto, Ormanno tornò a sorseggiare dal calice un altro po' di vino; Gorianna accortasi che l'ospite aveva svutato il piatto si apprestò per portarglielo via e, non appena fece per prendere le stoviglie dal tavolo, sentì una mano accarezzargli il fonodoschiena: i suoi occhi si sgranarono verso Ugolinuccio che però, non si accorse di nulla, stava ancora masticando cibo col viso riverso sul piatto; allora, non diede molto peso all'accaduto e proseguì i suoi doveri senza dire una parola, portando tutto nella cucina. Finito di cenare, Ormanno assunse una posizione stravaccata sulla sedia, tenendo il calice in mano e dedicandosi solo a bere del vino: osservava il suo amico di fronte poi, ruppe il silenzio domandando per quale motivo era stato invitato al castello. Ugolinuccio già che la natura con lui non era stata generosa rifiutantogli il fascino, la bellezza e il garbo, con la bocca già colma di cibo sorseggiò del vino, riempendo ancor di più quelle guance gonfie simili a quelle di un rospo; Un rigagnolo di vino fuoriusciva dalla bocca, prese un tovagliolo e si pulì alla meno peggio, si passò l'unghia del mignolo tra i denti e poi rispose al suo amico. Aveva due richieste per Ormanno, la prima era quella di badare al castello in sua assenza assieme al pro zio e, l'altra, per lui la più importante e imbarazzante da confessare, era quella di badare a sua moglie Costanza; quest'ultima richiesta fece sorridere Ormanno e lo fece destare dalla sedia a tal punto che Ugolinuccio, lo richiamò all'ordine marcando il tono con cui stava esponendo le motivazioni della sua convocazione al castello. Confessò che sua moglie Costanza si trovava lì per una serie di scappatelle che fece in passato, nel paese in cui vivevano tempo addietro e, per il motivo che, la gente mormorava sull'infedeltà della moglie schernendo di conseguenza anche lui mettendo in discussione la sua autorità. Ormanno domandò il perché doveva assentarsi e Ugolinuccio rispose che sarebbe dovuto partire da lì a pochi giorni per i confini, a sedare una rivolta di contadini e ribelli. Dopo aver confessato il motivo più imbarazzante che motivava l'ivito di Ormanno a corte, non senza imbarazzo Ugolinuccio salutò Ormanno augurandogli una buona notte. Ormanno rimase ancora a tavola sorseggiando vino, quando la bella Gorianna riapparve nella sala: doveva sgomberare il tavolo dagli avanzi di cibo e, dal resto delle stoviglie. Ormanno la fissava mentre raccoglieva gli oggetti in tutta fretta e imbarazzata, nell'essere sola con Ormanno. Un fagotto veloce con tutto dentro e via come una saetta scomparve dalla scena. Ormanno ormai alticcio e comprendendo che la sua occasione di diverstirsi con la ragazza era sfumata, alzò il calice per un brindisi e sorseggiare ancora una volta. read more read less

2 years ago #azzurrina, #guendalinamaltesta, #istantanee&narrazioni, #narrazioniteatrali, #raccontamiunastoria, #robertomontefusco, #voiceover