Che farò quando trenta primavere
di corolle disfatte graveranno
l’urna sonora della gioventù
e il suo concento non avrà risposta
se non nell’eco spenta che da costa
a costa ripercuote le scogliere
di sbieco al volo scalzo delle gru?
Fra le stoppie strinate (manca un anno
e poi un altro) io che credevo, stolto,
solo abitassi gli anditi dei libri,
upupa, ti ho scoperta vera: ho pianto
per la gioia in ginocchio. Dunque, il manto
cieco può ancora aprirsi: assolto,
giuro vivrò finché qualcosa vibri.
Testo di Gianluca Braschi (gb@cesena.cc)
Voce di Lorenzo Pieri (pierilorenz@gmail.com)
Che farò quando trenta primavere
di corolle disfatte graveranno
l’urna sonora della gioventù
e il suo concento non avrà risposta
se non nell’eco spenta che da costa
a costa ripercuote le scogliere
di sbieco al volo scalzo delle gru?
Fra le stoppie strinate (manca un anno
e poi un altro) io che credevo, stolto,
solo abitassi gli anditi dei libri,
upupa, ti ho scoperta vera: ho pianto
per la gioia in ginocchio. Dunque, il manto
cieco può ancora aprirsi: assolto,
giuro vivrò finché qualcosa vibri.
Testo di Gianluca Braschi (gb@cesena.cc)
Voce di Lorenzo Pieri (pierilorenz@gmail.com)
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