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Buonasera a tutti e bentornati sulle frequenze di Parole in Viaggio.
è iniziato un vero e proprio viaggio, non ci sono tante altre parole per descrivere la situazione in cui il nostro Paese insieme a tutti gli altri stati del mondo si trova. Un viaggio particolare, un viaggio che non ha meta ben definita se non la salvaguardia della salute. E per far questo, è giunto il momento di rivedere le priorità, di fermare il modello socio-economico che da decenni marciava ininterrotto: ci hanno provato in tanti, studiosi, luminari, pensatori, ma le loro parole non sono state sufficientemente convincenti a trovare una strada alternativa per rimodulare i modelli di sviluppo globale.
In realtà questi giorni non possono essere usati per sterili polemiche contro amministratori e politici. Questo è il nostro tempo dell’attesa, dell’osservare, del guardare il mondo con quell’atteggiamento del servo umile, attento al suo padrone: ob servare. E il nostro padrone, o più che padrone il nostro punto di riferimento oggi come oggi devono essere tutte quelle persone che non possono rimanere chiuse in casa per mantenere elevato il livello della nostra sicurezza, per garantirci un elevato standard di benessere.
Perchè forse non riusciamo a cogliere bene lo stato delle cose: abbiamo una casa, abbiamo uno spazio in cui muoverci liberamente, abbiamo una tecnologia tale da tenerci collegati con tutte le altre case, abbiamo un tempo che troppo a lungo non abbiamo potuto assaporare; e infine, se manteniamo tutte le precauzioni, siamo anche in buona salute. Questa è la realtà, uno spazio, un tempo, la salute. Certo, è strano aprire la finestra, vedere la natura che ci chiama con i suoi panorami, i suoi tramonti, le sue montagne, i suoi cieli incantati. Ma in questo momento dobbiamo guardare al nostro spazio e imparare a dire grazie.
Grazie è una parola meravigliosa. Ci ricorda innanzitutto le tre grazie, le tre figlie di Giove che diventano il simbolo della bellezza, della gioia e della fioritura. E sono tre concetti che sempre quando pronunciamo questa parola magica inondano di profondità ciò che ci circonda. E devono essere le nostre guide quando pensiamo a tutti quelli che in questi giorni stanno lavorando per noi: rappresentano la bellezza del nostro Paese, una bellezza che rimane altissima anche quando sembra sprofondare negli abissi. Sono portatori di gioia, perchè stanno dimostrando a tutto il mondo quanto amano il loro lavoro, quanto valga quel senso di sentirsi parte a un sistema dove ognuno ha un ruolo fondamentale e prezioso. Infine sono come i fiori, sanno che il loro compito è ora di mantenere sana la pianta, curarla dalle infestazioni, dalle malattie, tenere vivo il cuore perchè arriverà il giorno in cui il fiore tornerà a mostrare la sua parte migliore, quel colore, quella luce, quel profumo che tutti noi conosciamo.
Quando pronunciamo un grazie, ricordiamoci tutto questo, ricordiamoci anche che di solito diciamo grazie quando riceviamo un dono. Sembra strano, ma osserviamo bene il nostro stare a casa, il poter stare a casa in uno spazio nostro, con un tempo nostro, con i nostri cari vicini o facilmente raggiungibili con le nuove tecnologie, questo lo possiamo definire un dono straordinario. E come tale, va portato rispetto per chi ce lo dona, quotidianamente.
E allora, a voi che state lavorando, che state rischiando le vostre vite, che state usando il vostro tempo per noi, vi diciamo Grazie, per la bellezza, per la gioia, per i fiori che ogni giorno ci portate nelle nostre case.

e la bellezza della parola grazie, non si ferma solo alla lingua italiana. Se prendiamo il corrispondente verbo inglese to Thank scopriamo un altro interessante aspetto: alla base di tutto ritorna il verbo latino tongere, che significa conoscere, sapere. Inizialmente pertanto il grazie corrispondeva all’azione di consapevolezza, coincideva con il pensiero razionale di gratitudine, rendo grazie perchè riconosco il tuo gesto. E’ un po’ quello che ci sentiamo di dire oggi a tutti i lavoratori che affrontano l’emergenza virus, a tutti i volontari: riconosciamo le vostre azioni, siamo consapevoli di quello che fate e per questo vi diciamo thank you! Ogni lingua va bene per manifestare la nostra gratitudine agli eroi che silenziosamente lavorano, dimostrano la loro forza, eroi dal sanscrito vira, da cui la forza vis latina, uomini vigorosi che non si tirano indietro di fronte alle necessità.
grazie, a voi possiamo solo dire grazie!
Buonasera a tutti e bentornati sulle frequenze di Parole in Viaggio. è iniziato un vero e proprio viaggio, non ci sono tante altre parole per descrivere la situazione in cui il nostro Paese insieme a tutti gli altri stati del mondo si trova. Un viaggio particolare, un viaggio che non ha meta ben definita se non la salvaguardia della salute. E per far questo, è giunto il momento di rivedere le priorità, di fermare il modello socio-economico che da decenni marciava ininterrotto: ci hanno provato in tanti, studiosi, luminari, pensatori, ma le loro parole non sono state sufficientemente convincenti a trovare una strada alternativa per rimodulare i modelli di sviluppo globale. In realtà questi giorni non possono essere usati per sterili polemiche contro amministratori e politici. Questo è il nostro tempo dell’attesa, dell’osservare, del guardare il mondo con quell’atteggiamento del servo umile, attento al suo padrone: ob servare. E il nostro padrone, o più che padrone il nostro punto di riferimento oggi come oggi devono essere tutte quelle persone che non possono rimanere chiuse in casa per mantenere elevato il livello della nostra sicurezza, per garantirci un elevato standard di benessere. Perchè forse non riusciamo a cogliere bene lo stato delle cose: abbiamo una casa, abbiamo uno spazio in cui muoverci liberamente, abbiamo una tecnologia tale da tenerci collegati con tutte le altre case, abbiamo un tempo che troppo a lungo non abbiamo potuto assaporare; e infine, se manteniamo tutte le precauzioni, siamo anche in buona salute. Questa è la realtà, uno spazio, un tempo, la salute. Certo, è strano aprire la finestra, vedere la natura che ci chiama con i suoi panorami, i suoi tramonti, le sue montagne, i suoi cieli incantati. Ma in questo momento dobbiamo guardare al nostro spazio e imparare a dire grazie. Grazie è una parola meravigliosa. Ci ricorda innanzitutto le tre grazie, le tre figlie di Giove che diventano il simbolo della bellezza, della gioia e della fioritura. E sono tre concetti che sempre quando pronunciamo questa parola magica inondano di profondità ciò che ci circonda. E devono essere le nostre guide quando pensiamo a tutti quelli che in questi giorni stanno lavorando per noi: rappresentano la bellezza del nostro Paese, una bellezza che rimane altissima anche quando sembra sprofondare negli abissi. Sono portatori di gioia, perchè stanno dimostrando a tutto il mondo quanto amano il loro lavoro, quanto valga quel senso di sentirsi parte a un sistema dove ognuno ha un ruolo fondamentale e prezioso. Infine sono come i fiori, sanno che il loro compito è ora di mantenere sana la pianta, curarla dalle infestazioni, dalle malattie, tenere vivo il cuore perchè arriverà il giorno in cui il fiore tornerà a mostrare la sua parte migliore, quel colore, quella luce, quel profumo che tutti noi conosciamo. Quando pronunciamo un grazie, ricordiamoci tutto questo, ricordiamoci anche che di solito diciamo grazie quando riceviamo un dono. Sembra strano, ma osserviamo bene il nostro stare a casa, il poter stare a casa in uno spazio nostro, con un tempo nostro, con i nostri cari vicini o facilmente raggiungibili con le nuove tecnologie, questo lo possiamo definire un dono straordinario. E come tale, va portato rispetto per chi ce lo dona, quotidianamente. E allora, a voi che state lavorando, che state rischiando le vostre vite, che state usando il vostro tempo per noi, vi diciamo Grazie, per la bellezza, per la gioia, per i fiori che ogni giorno ci portate nelle nostre case. e la bellezza della parola grazie, non si ferma solo alla lingua italiana. Se prendiamo il corrispondente verbo inglese to Thank scopriamo un altro interessante aspetto: alla base di tutto ritorna il verbo latino tongere, che significa conoscere, sapere. Inizialmente pertanto il grazie corrispondeva all’azione di consapevolezza, coincideva con il pensiero razionale di gratitudine, rendo grazie perchè riconosco il tuo gesto. E’ un po’ quello che ci sentiamo di dire oggi a tutti i lavoratori che affrontano l’emergenza virus, a tutti i volontari: riconosciamo le vostre azioni, siamo consapevoli di quello che fate e per questo vi diciamo thank you! Ogni lingua va bene per manifestare la nostra gratitudine agli eroi che silenziosamente lavorano, dimostrano la loro forza, eroi dal sanscrito vira, da cui la forza vis latina, uomini vigorosi che non si tirano indietro di fronte alle necessità. grazie, a voi possiamo solo dire grazie! read more read less

4 years ago #eroe, #grazie, #thank