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Due album, sono bastati due soli album per consegnare alla storia, in tutta la sua inimitabile grandezza, una ragazza sconosciuta della periferia di Londra, Amy Jade winehouse.
sì lo so che ce ne sono altri, pubblicati postumi, la fame senza fondo del pubblico e l’avidità nera dei discografici hanno infatti continuato a nutrirsi di Amy a lungo, dopo la sua morte.
Come nel Satyricon di Petronio, l'eredità di Eumolpo andrà a chi ne mangia il cadavere.
Una regola d'oro che case discografiche, politici, stampa e i più spietati tra i fan conoscono davvero molto bene, e la praticano con dedizione, in fondo basta tenere i becchi sempre ben affilati, in modo da strappare gli ultimi brani di carne dalle ossa ormai biancheggianti della succulenta carcassa.
Amy nasce il 14 settembre del 1983, suo padre, Mitchell "Mitch" Winehouse è un tassista con un passato da musicista di talento che sognava la fama e che si ritrova, per sfortuna, mancanza di impegno magari o semplicemente per scelta, dietro il volante di quel taxi, a scarrozzare su e giù per Londra, tutto il giorno, tutti i giorni, turisti annoiati e dall'inglese claudicante e stronzi della city che non si degnano di guardarlo in faccia, troppo presi dal giornale prima, da sms dopo per arrivare agli stessi stronzi che infine inviano e-mail dai loro blackberry. Sul sedile posteriore del suo taxi si potrebbe scrivere la storia di una rivoluzione tecnologica in atto eppure, dallo stesso taxi, dallo stereo, continuano ad alzare le note di Etta james, Frank Sinatra e, ma molto più tardi in questa storia, anche della luce dei suoi occhi.
È giovanissima amy, è piccola, anzi. Quando Mitch la infetta per sempre con quel seme avvelenato e benedetto, maledetto e succulento, che è l'amore per la musica.
Due album, sono bastati due soli album per consegnare alla storia, in tutta la sua inimitabile grandezza, una ragazza sconosciuta della periferia di Londra, Amy Jade winehouse. sì lo so che ce ne sono altri, pubblicati postumi, la fame senza fondo del pubblico e l’avidità nera dei discografici hanno infatti continuato a nutrirsi di Amy a lungo, dopo la sua morte. Come nel Satyricon di Petronio, l'eredità di Eumolpo andrà a chi ne mangia il cadavere. Una regola d'oro che case discografiche, politici, stampa e i più spietati tra i fan conoscono davvero molto bene, e la praticano con dedizione, in fondo basta tenere i becchi sempre ben affilati, in modo da strappare gli ultimi brani di carne dalle ossa ormai biancheggianti della succulenta carcassa. Amy nasce il 14 settembre del 1983, suo padre, Mitchell "Mitch" Winehouse è un tassista con un passato da musicista di talento che sognava la fama e che si ritrova, per sfortuna, mancanza di impegno magari o semplicemente per scelta, dietro il volante di quel taxi, a scarrozzare su e giù per Londra, tutto il giorno, tutti i giorni, turisti annoiati e dall'inglese claudicante e stronzi della city che non si degnano di guardarlo in faccia, troppo presi dal giornale prima, da sms dopo per arrivare agli stessi stronzi che infine inviano e-mail dai loro blackberry. Sul sedile posteriore del suo taxi si potrebbe scrivere la storia di una rivoluzione tecnologica in atto eppure, dallo stesso taxi, dallo stereo, continuano ad alzare le note di Etta james, Frank Sinatra e, ma molto più tardi in questa storia, anche della luce dei suoi occhi. È giovanissima amy, è piccola, anzi. Quando Mitch la infetta per sempre con quel seme avvelenato e benedetto, maledetto e succulento, che è l'amore per la musica. read more read less

about 1 year ago #amy, #amywinehouse, #comedy, #commedia, #musica, #podcastitaliani, #racconto, #storytelling, #winehouse