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La nicchia, l’elite, il consenso e l’amore di pochi può essere una scelta. Cui, è vero, le moderne leggi del marketing e della produzione di massa degli ultimi decenni ci hanno disabituato, al punto di pretendere che la qualità di un prodotto debba essere giudicata solo e soltanto dai numeri delle vendite e dal successo di pubblico ottenuto. Poi però uno si trova tra le mani un gioco come Trudvang Chronicles, lo studia e inizia a chiedersi se questo sia un principio sempre valido. Il titolo Riotminds, infatti, trasuda elitarismo, in senso buono, intendiamoci, da ogni pagina. Costoso, dispersivo nell’esposizione, legnoso e datato nel motore di gioco, bellissimo nella grafica, intrigante e accurato nell’ambientazione originale. Destinato, come il suo cugino tedesco Degenesis, altrettanto sofisticato e audace, a un pubblico d’intenditori o di collezionisti di bellezza, più che a una vasta platea di giocatori tuttologi e sfegatati. Felice di averne acquistata una copia, nell’impeccabile ed elegante traduzione italiana di Wyrd, ne dirò qualche parola in breve nella puntata di oggi del podcast. Se siete curiosi, ascoltatela.
La nicchia, l’elite, il consenso e l’amore di pochi può essere una scelta. Cui, è vero, le moderne leggi del marketing e della produzione di massa degli ultimi decenni ci hanno disabituato, al punto di pretendere che la qualità di un prodotto debba essere giudicata solo e soltanto dai numeri delle vendite e dal successo di pubblico ottenuto. Poi però uno si trova tra le mani un gioco come Trudvang Chronicles, lo studia e inizia a chiedersi se questo sia un principio sempre valido. Il titolo Riotminds, infatti, trasuda elitarismo, in senso buono, intendiamoci, da ogni pagina. Costoso, dispersivo nell’esposizione, legnoso e datato nel motore di gioco, bellissimo nella grafica, intrigante e accurato nell’ambientazione originale. Destinato, come il suo cugino tedesco Degenesis, altrettanto sofisticato e audace, a un pubblico d’intenditori o di collezionisti di bellezza, più che a una vasta platea di giocatori tuttologi e sfegatati. Felice di averne acquistata una copia, nell’impeccabile ed elegante traduzione italiana di Wyrd, ne dirò qualche parola in breve nella puntata di oggi del podcast. Se siete curiosi, ascoltatela. read more read less

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