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Sono in cammino da 10 ore su queste pareti e l’unico problema è il ritardo sulla tabella di marcia. Il GPS di Elisabeth segnala 8.036 metri alle 17:15 del 25 gennaio 2018.
Questo significa che la cima non arriverà prima di 1 ora e che la discesa avverrà al buio della notte, alla luce della luna e delle frontali.
Il buio intensificherà anche il freddo e tutto si farà ancora più duro, perlomeno non ci sarà più salita e si potranno abbassare di quota.
Elisabeth anticipa Tomek in vetta al Nanga
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Parbat, sopra di lei c’è un cielo bluastro tendente al nero, la luna rischiara le nuvole che hanno avvolto è ricoperto le vallate sottostanti. Sopra di lei non c’è più nulla. Ha appena aperto una via nuova, d’inverno, sul Nanga Parbat. Una via - la Messner e Eisendle - che era sempre stata un rebus, un problema apparentemente irrisolvibile anche in estate. Questa via, che prenderà il nome di Mackiewicz-Revol in onore ai primi salitori, accoglie anche Tomek.
Che arriva in vetta dopo Elisabeth, esausto e cieco.
Lassù in cima, appena dopo essere entrati di diritto nella storia, si innesca il disastro.
Tomasz Mackiewicz ha realizzato il suo sogno, la sua ossessione che gli ha fatto passare 7 inverni al Nanga Parbat.
Ma ora, con la notte che avanza, non ci vede più. La sua vista è offuscata e nemmeno la luce della frontale di Elisabeth riesce a essere definita.
Elisabeth e Tomek cominceranno in questo preciso istante una lotta per la sopravvivenza. Una battaglia fisica e mentale in cui Tomasz dimostrerà tutta la sua grinta e tutta la sua forza, in bilico fra la vita e la morte.
Contatto mail: andataeritorno@gmail.com
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2 months ago
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