Consideriamo la definizione della differenza fra il verbo ser e il verbo estar: ser è essere in forma stabile, estar è essere in maniera temporanea. La lingua spagnola considera importante questa differenza fra i due verbi essere. Il flamenco è il coraggio di ser, di essere ciò che siamo. Ha molto a che fare con l'accettazione di sé e degli altri, con lo smettere di litigare con il presente, che non mi appaga e che non mi corrisponde.
Il verbo desiderare viene utilizzato molto nel linguaggio, come se fosse migliore di volere: de-sidero, sento la mancanza di, voglio qualcosa che non ho e della quale sento la mancanza.
Il flamenco è ciò che siamo stabilmente: se smettiamo di giudicarci semplicemente impariamo a goderci il presente e ad essere ciò che siamo stabilmente.
Nel flamenco si ha a che fare con la situazione presente: la risposta immediata di chi fa flamenco ha molto a che fare con l'essere: le persone che sono intorno a noi, gli artisti, il pubblico, lo spazio scenico, interferiscono moltissimo sulla nostra capacità di produrre arte.
Avere aspettative e giudicare spesso ci toglie il gusto di ciò che c'è davvero: spesso siamo nella dimensione del nostro pensiero, e non ci identifichiamo con noi stessi. Il flamenco ci insegna ad essere ciò che siamo, a smetterla di prevedere e di giudicare.
In questo senso la cultura del flamenco è molto più orientale rispetto a quella europea: incentrarsi sul pregio, sul potenziale, e non sul deficit. Il flamenco ci chiede di essere proprio noi stessi, e di avere appunto il coraggio di essere.
In occidente spesso si dimentica l'esistenza del verbo ser, e ci si identifica con condizioni transitorie, con emozioni transitorie. Avere il coraggio di essere ciò che si è e di esprimerlo è un impegno perché non corrisponde a ciò che ci viene proposto come modello nella nostra società.
Il flamenco non è aderire ad una estetica, a soddisfare delle aspettative. Nel flamenco occorre mostrarsi esattamente per come si è, nella propria presenza. Gli strumenti che la persona ha funzionano al meglio se siamo davvero noi stessi, e se abbiamo il coraggio di essere presenti.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo. Sono psicomotricista e sono innamorata dei processi del pensiero legati al corpo. In uno spettacolo può accadere qualcosa di imprevisto. Se ci si dispera perché qualcosa non è andato nel verso previsto si perde il messaggio: se desideriamo che tutto vada bene e pensiamo che se qualcosa andasse diversamente da quanto preventivato significherebbe che tutto andrà malissimo, perdiamo il messaggio. Avere il coraggio di esistere, di far fronte al presente è un regalo che ci permette di essere noi stessi ogni giorno più profondamente.
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