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Oggi scriverò di calcio, anche se in realtà si tratta dell’egemonia di un capitalismo egoista e sfrenato, che cerca un modo di limitare la concorrenza, sfuggire alle regole e dividere avidamente fra pochi i profitti. La questione della Superlega chiusa del calcio europeo, riservata a 15 club fissi e gli altri cooptati di volta in volta, cancella la qualificazione alle coppe europee sul campo e di conseguenza il principio di merito sportivo, quale requisito di partecipazione per tutti.

Questa idea si fonda sull’orrendo principio che il più forte per storia e titoli, debba avere dei privilegi rispetto ai più deboli e meno titolati. Tradotto nella vita di tutti giorni significa che si vuole avvantaggiare chi gestisce il potere, congelando la situazione attuale e privando chiunque della possibilità di migliorare la propria condizione di partenza. Come potete ben capire, qui non si sta parlando soltanto di calcio e di sport, ma di una piramide sociale ed economica, le cui pareti rischiano di diventare sempre più ripide.

Dobbiamo difendere un modello di sport europeo basato sui valori, sulla diversità e sull'inclusione. Ma è anche assolutamente necessario regolare e fermare chi vuole interpretare un capitalismo fuori controllo, che uccide la libera concorrenza, rincorre oligopoli e priva il futuro della possibilità di cambiare il presente. Oggi si parla di calcio, domani toccherà all’industria alimentare, farmaceutica ed energetica.
Oggi scriverò di calcio, anche se in realtà si tratta dell’egemonia di un capitalismo egoista e sfrenato, che cerca un modo di limitare la concorrenza, sfuggire alle regole e dividere avidamente fra pochi i profitti. La questione della Superlega chiusa del calcio europeo, riservata a 15 club fissi e gli altri cooptati di volta in volta, cancella la qualificazione alle coppe europee sul campo e di conseguenza il principio di merito sportivo, quale requisito di partecipazione per tutti. Questa idea si fonda sull’orrendo principio che il più forte per storia e titoli, debba avere dei privilegi rispetto ai più deboli e meno titolati. Tradotto nella vita di tutti giorni significa che si vuole avvantaggiare chi gestisce il potere, congelando la situazione attuale e privando chiunque della possibilità di migliorare la propria condizione di partenza. Come potete ben capire, qui non si sta parlando soltanto di calcio e di sport, ma di una piramide sociale ed economica, le cui pareti rischiano di diventare sempre più ripide. Dobbiamo difendere un modello di sport europeo basato sui valori, sulla diversità e sull'inclusione. Ma è anche assolutamente necessario regolare e fermare chi vuole interpretare un capitalismo fuori controllo, che uccide la libera concorrenza, rincorre oligopoli e priva il futuro della possibilità di cambiare il presente. Oggi si parla di calcio, domani toccherà all’industria alimentare, farmaceutica ed energetica. read more read less

2 years ago #calcio, #capitalism, #europa, #fifa, #inter, #juventus, #milan, #seriea, #sport, #superlega, #uefa