Esattamente trent'anni fa, sul tratto di autostrada che collega l'aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi di Capaci, 200 chili di tritolo fecero saltare in aria la Croma in cui sedeva il Giudice Giovanni Falcone insieme a sua moglie e l'automobile della scorta che la precedeva. Si trattò di una delle stragi più efferate nella storia della Repubblica Italiana. Byoblu ha voluto celebrarne il ricordo con un'intervista a Massimiliano Musso, avvocato e politico che ha fatto della figura di Giovanni Falcone il proprio punto di riferimento:

"Per fortuna in Sicilia siamo tantissimi ad essere cresciuti con l'esempio di Falcone e Borsellino", ha detto Musso nell'intervista, "mentre purtroppo tanti cantori della liturgia antimafia non hanno fatto altro che speculare sulla morte di questi due grandi uomini per un carrierismo indegno".

A tre decenni di distanza la magistratura ha fatto in buona parte chiarezza sugli esecutori: la mano mafiosa che azionò la bomba, mentre sui mandanti della strage rimane ancora tutto da chiarire

"Da anni studio le stragi del 1992", ha osservato amaramente Musso, "purtroppo ad oggi sono stati individuati presumibilmente gli esecutori materiali di quegli efferati delitti ma non si è riusciti a risalire ai responsabili alle teste pensanti, come ha dichiarato proprio ieri dalle colonne di Repubblica da Alberto Scarpinato, che è l'ex procuratore generale presso la Corte d'Appello di Palermo. Oggi Scarpinato dice che almeno 15 persone in Italia sanno e se parlassero si potrebbe gettare luce sull'oscurità che avvolge la nostra Repubblica".

Nel corso dell'intervista Lillo Massimiliano Musso ha anche annunciato la sua candidatura per la presidenza della Regione Sicilia alle prossime elezioni regionali.