L’anno 1968 tutti lo ricordano per le contestazioni studentesche e le proteste politiche, per l’invasione della Cecoslovacchia, per le Olimpiadi svolte a Città del Messico. Ma sempre in quell’anno scoppiò anche un’epidemia influenzale proveniente dall’Oriente, l’asiatica. “In Italia fece 40 mila morti, nel mondo oltre 1milione, ma non si fermò nulla; l’economia andò avanti e gli studenti continuarono a protestare.
“Il Covid invece diventerà un mito nel futuro, un'immagine quasi mitologica come non è mai accaduto prima, il che vuol dire che nella costruzione di questo mito un contributo enorme l’hanno dato i media e i governi”.
Byoblu24 intervista Paolo Gulisano, medico specializzato in epidemiologia, igiene e medicina preventiva. All’attività di medico affianca quella di scrittore. Nel 2006 esce il suo libro “Pandemie: dalla peste all’aviaria”, oggi aggiornato per trattare anche la nuova emergenza in corso: il Covid19. Ma se confrontata con le epidemie dei secoli scorsi è davvero terribile come ci viene descritta?
“Nell’Occidente contemporaneo la mortalità dovuta a malattie infettive, ossia trasmissibili, è inferiore all’1%” - spiega il dottore - “si muore per malattie croniche degenerative come i disturbi cardiocircolatori, le malattie respiratorie, i tumori, eppure nessun dato sulla mortalità da tumore infarti ischemie è in grado di determinare il panico collettivo suscitato dalla malattia infettiva, un nemico invisibile”.
Attraverso un viaggio tra storia, letteratura e medicina Gulisano cerca di rispondere al perché gli uomini continuino ad essere tanto spaventati dalle malattie infettive rispetto ad altre nettamente più pericolose.
Un nemico invisibile che l’umanità ha imparato a conoscere, nelle sue svariate forme, da secoli. Attraverso un attento excursus, Gulisano procede nella trattazione di tutte le epidemie della storia: da quella di Atene raccontata da Tucidide, alla peste nera del Medioevo arrivando a quelle ‘moderne’ come l’HIV, l’aviaria, la suina e il Covid19”.
Alcune di queste molto più gravi sia per tasso di mortalità che letalità rispetto al SarsCov2. E alla domanda se si fosse mai attuato un lockdown? Gulisano risponde: “mai”.
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