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Ritornare al mondo di prima? Immaginare un mondo possibile?
C’è l’isola, c'è lo smarrimento; c'è lo sgomento per un mondo perduto e c'è la paura
dell'ignoto per un mondo nuovo; c’è il rapporto con l’altro, lo straniero, il selvaggio; c'è il
tradimento, l’abbandono, il disincanto, la solitudine, il desiderio di ricominciare.
Ma cos’è questo legame che ci fa appartenere?
Come nascono i legami, le communitas?
Ripartiamo da dove eravamo rimasti. Dalle parole.
La parola vuota, piena, la parola che cura, la parola che ammala, che ferisce, che uccide,
che crea, che consola, che prega, che ordina, che seduce, che stordisce, che confonde,
che svela, che vela, che nasconde, che canta, che incanta, che gode,....
L’isola è il rito di passaggio, è il luogo di incontro in una dimensione sospesa, altra.
L’incontro con l’altro, con l’Altro. Prospero incontra e costruisce occasioni di incontro. Lo
scatenamento stesso della tempesta è un modo per provocare l’incontro con i nemici-
amici di un tempo che per caso passavano davanti l’isola. Scatena la tempesta per
incontrarli.
Ma l’incontro vero e proprio non è dato, non è scontato. Il legame non è scritto, non è
garantito da nulla. Bisogna costruirlo. Volta per volta. In tal senso l’utopia, come ideale che
pretende di scrivere la realizzazione felice della convivenza, rischia sempre di rovesciarsi
in distopia. Antidemocratica, totalitaria. Oppure in sogno naive. Come nel caso di Gonzalo.
Ritornare al mondo di prima? Immaginare un mondo possibile? C’è l’isola, c'è lo smarrimento; c'è lo sgomento per un mondo perduto e c'è la paura dell'ignoto per un mondo nuovo; c’è il rapporto con l’altro, lo straniero, il selvaggio; c'è il tradimento, l’abbandono, il disincanto, la solitudine, il desiderio di ricominciare. Ma cos’è questo legame che ci fa appartenere? Come nascono i legami, le communitas? Ripartiamo da dove eravamo rimasti. Dalle parole. La parola vuota, piena, la parola che cura, la parola che ammala, che ferisce, che uccide, che crea, che consola, che prega, che ordina, che seduce, che stordisce, che confonde, che svela, che vela, che nasconde, che canta, che incanta, che gode,.... L’isola è il rito di passaggio, è il luogo di incontro in una dimensione sospesa, altra. L’incontro con l’altro, con l’Altro. Prospero incontra e costruisce occasioni di incontro. Lo scatenamento stesso della tempesta è un modo per provocare l’incontro con i nemici- amici di un tempo che per caso passavano davanti l’isola. Scatena la tempesta per incontrarli. Ma l’incontro vero e proprio non è dato, non è scontato. Il legame non è scritto, non è garantito da nulla. Bisogna costruirlo. Volta per volta. In tal senso l’utopia, come ideale che pretende di scrivere la realizzazione felice della convivenza, rischia sempre di rovesciarsi in distopia. Antidemocratica, totalitaria. Oppure in sogno naive. Come nel caso di Gonzalo. read more read less

3 years ago #arterelazionale, #bouffesdunord, #drammaturgia, #lacan, #latempesta, #marialai, #peterbrook, #psicanalisi, #roma, #shakespeare, #teatrosociale, #udine