“La libertà è tua e non deve togliertela nessuno”. Una frase semplice nella quale mia nonna, classe 1930, ha saputo sintetizzare una verità scomoda a molti.
Dagli esempi poco edificanti di personaggi con discreta visibilità di pubblico, alla quotidianità di persone comuni, il pensiero più o meno generalizzato continua a considerare la donna una proprietà e l’uomo un padrone. Fugge l’oblio un maschilismo anacronistico e imperante che si manifesta nelle parole, negli atteggiamenti, negli sguardi.
Lo stereotipo dell’uomo che tutto può dev’essere annientato. Subito.
“La libertà è tua e non deve togliertela nessuno”. Una frase semplice nella quale mia nonna, classe 1930, ha saputo sintetizzare una verità scomoda a molti.
Dagli esempi poco edificanti di personaggi con discreta visibilità di pubblico, alla quotidianità di persone comuni, il pensiero più o meno generalizzato continua a considerare la donna una proprietà e l’uomo un padrone. Fugge l’oblio un maschilismo anacronistico e imperante che si manifesta nelle parole, negli atteggiamenti, negli sguardi.
Lo stereotipo dell’uomo che tutto può dev’essere annientato. Subito.
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