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Sport e filosofia nascono insieme nell'antica Grecia. Nel corso dei secoli questo antico legame viene dimenticato per poi essere recuperato con la creazione della filosofia dello sport come disciplina accademica. Quest'ultima spesso ha negato che lo sport potesse essere arte in virtù della sua funzionalità, ovvero per il fatto di essere sempre rivolto ad un obiettivo estrinseco (ad es. fare goal).

Una prospettiva agentiva, invece, restituisce allo sport il suo pieno status estetico, accessibile primariamente solo da chi sta lo sta praticando, mentre lo sta praticando. Per chi pratica sport il carattere del gesto sportivo e il modo in cui li o le fa sentire mentre lo performano vengono prima rispetto al suo obiettivo funzionale: facciamo sport primariamente per noi stessi e noi stesse, per provare certi tipi di sensazioni e perderci cura di noi stessi e noi stesse.

Fonti e crediti

D. Best, The aesthetic in sport, in "British Journal of Aesthetic”
P. Bonori , Filosofia dello sport. Preparazione ad agire e vivere nel mondo
J. Huizinga, Homo ludens
E. Isidori e H. L. Reid, Filosofia dello sport
P. G. Kuntz, Aesthetics Applies to Sports as Well as to the Arts, in "Philosophic Exchange”
M. Petrini, La filosofia dello sport come disciplina accademica, in "Dialegesthai"
P. Weiss, Sport: A philosophic Inquiry

La prima stagione di Estetica. Un podcast di ricerca è prodotta nell'ambito del progetto della mia tesi magistrale sull'arte come mezzo di ricerca presso l'Università degli Studi di Torino, presentata e discussa con il titolo "Arts-Based Research e Performance Philosophy. Prospettive metodologiche per un'estetica epistemologica delle arti performative".

Ideato e prodotto da Benjamin Cucchi
https://filotelling.wordpress.com/
https://www.instagram.com/cecinestpasbenji/
https://www.linkedin.com/in/benjamin-cucchi-13739a166/
Sport e filosofia nascono insieme nell'antica Grecia. Nel corso dei secoli questo antico legame viene dimenticato per poi essere recuperato con la creazione della filosofia dello sport come disciplina accademica. Quest'ultima spesso ha negato che lo sport potesse essere arte in virtù della sua funzionalità, ovvero per il fatto di essere sempre rivolto ad un obiettivo estrinseco (ad es. fare goal). Una prospettiva agentiva, invece, restituisce allo sport il suo pieno status estetico, accessibile primariamente solo da chi sta lo sta praticando, mentre lo sta praticando. Per chi pratica sport il carattere del gesto sportivo e il modo in cui li o le fa sentire mentre lo performano vengono prima rispetto al suo obiettivo funzionale: facciamo sport primariamente per noi stessi e noi stesse, per provare certi tipi di sensazioni e perderci cura di noi stessi e noi stesse. Fonti e crediti D. Best, The aesthetic in sport, in "British Journal of Aesthetic” P. Bonori , Filosofia dello sport. Preparazione ad agire e vivere nel mondo J. Huizinga, Homo ludens E. Isidori e H. L. Reid, Filosofia dello sport P. G. Kuntz, Aesthetics Applies to Sports as Well as to the Arts, in "Philosophic Exchange” M. Petrini, La filosofia dello sport come disciplina accademica, in "Dialegesthai" P. Weiss, Sport: A philosophic Inquiry La prima stagione di Estetica. Un podcast di ricerca è prodotta nell'ambito del progetto della mia tesi magistrale sull'arte come mezzo di ricerca presso l'Università degli Studi di Torino, presentata e discussa con il titolo "Arts-Based Research e Performance Philosophy. Prospettive metodologiche per un'estetica epistemologica delle arti performative". Ideato e prodotto da Benjamin Cucchi https://filotelling.wordpress.com/ https://www.instagram.com/cecinestpasbenji/ https://www.linkedin.com/in/benjamin-cucchi-13739a166/ read more read less

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