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“Dottore, il mio cane vede i colori?”. Quante volte i medici veterinari avranno sentito questa domanda e in effetti c’è molta confusione sull’argomento: vediamo di fare un po' di chiarezza.


Il meccanismo della visione negli animali è molto simile a quello dell’uomo: la capacità di distinguere un oggetto da ciò che lo circonda dipende fondamentalmente da 5 fattori: la luminosità, la trama, il movimento, la profondità e il colore.


Nei cani il colore è generalmente meno importante e infatti la maggior parte di loro riesce a vedere una scala di colori molto limitata, che va dal blu al verde (visione dicromatica).

Il tuo cane non può distinguere una pallina verde da una rossa, a meno che questa non presenti altre caratteristiche, come per esempio una trama diversa.

Ma attenzione, anche se non distinguono tutti i colori, i cani vedono molti più livelli di grigi di noi, riuscendo a distinguere gli oggetti sulla base della tonalità.

La capacità di distinguere i dettagli e di mantenerli a fuoco sulla retina è chiamata indice di acuità visiva. Questa risulta inferiore negli animali rispetto all’uomo e dipende dalla qualità di tutti i mezzi diottrici dell’occhio, per semplificare potremmo dire “le parti che compongono l’occhio”, ad esempio il film lacrimale, la cornea, l’umor acqueo e la lente.

La maggior parte dei nostri cani e gatti mette a fuoco correttamente gli oggetti.

Nonostante questo, una certa familiarità e predisposizione alla miopia è stata riscontrata in gruppi di Pastori tedeschi, Schnauzer nani, Barboncini toy, Rottweiler e Collie. Mentre alcuni Pastori Australiani e Alaskan Malamute sono risultati ipermetropi.

L’acuità visiva non è solamente correlata alla qualità dei mezzi diottrici e alla capacità di mettere correttamente a fuoco le cose, ma anche al tipo e al numero di fotorecettori presenti sulla retina.

Gli animali hanno meno difficoltà di noi nel vedere gli oggetti in situazioni di scarsa luminosità. Ci riescono grazie alla presenza del “tappeto lucido”, ovvero una struttura cellulare riflettente che non troviamo nell’uomo e che è costituita da un foglietto rifrangente.

Questo tappeto lucido amplifica la luce, è indispensabile nelle condizioni di oscurità e permette agli animali di vedere anche in assenza di fonti luminose.

È proprio grazie a questa caratteristica e al fatto che il campo visivo è maggiore di quello umano che molti animali riescono a orientarsi bene anche in ambienti poco illuminati.

Collegata a questa abilità, troviamo la capacità di vedere i movimenti, anche quelli minimi e lontani. Gli animali sono molto più sensibili di noi al movimento e infatti riescono a vedere meglio oggetti che si muovono rispetto a quelli statici. Come forse puoi immaginare, questa abilità è presente soprattutto nei predatori.


Ringraziamo il dott. Domenico Multari per aver redatto il contenuto scientifico sulla base del quale è stato realizzato questo approfondimento.⁣⁣⁣⁣
“Dottore, il mio cane vede i colori?”. Quante volte i medici veterinari avranno sentito questa domanda e in effetti c’è molta confusione sull’argomento: vediamo di fare un po' di chiarezza. Il meccanismo della visione negli animali è molto simile a quello dell’uomo: la capacità di distinguere un oggetto da ciò che lo circonda dipende fondamentalmente da 5 fattori: la luminosità, la trama, il movimento, la profondità e il colore. Nei cani il colore è generalmente meno importante e infatti la maggior parte di loro riesce a vedere una scala di colori molto limitata, che va dal blu al verde (visione dicromatica). Il tuo cane non può distinguere una pallina verde da una rossa, a meno che questa non presenti altre caratteristiche, come per esempio una trama diversa. Ma attenzione, anche se non distinguono tutti i colori, i cani vedono molti più livelli di grigi di noi, riuscendo a distinguere gli oggetti sulla base della tonalità. La capacità di distinguere i dettagli e di mantenerli a fuoco sulla retina è chiamata indice di acuità visiva. Questa risulta inferiore negli animali rispetto all’uomo e dipende dalla qualità di tutti i mezzi diottrici dell’occhio, per semplificare potremmo dire “le parti che compongono l’occhio”, ad esempio il film lacrimale, la cornea, l’umor acqueo e la lente. La maggior parte dei nostri cani e gatti mette a fuoco correttamente gli oggetti. Nonostante questo, una certa familiarità e predisposizione alla miopia è stata riscontrata in gruppi di Pastori tedeschi, Schnauzer nani, Barboncini toy, Rottweiler e Collie. Mentre alcuni Pastori Australiani e Alaskan Malamute sono risultati ipermetropi. L’acuità visiva non è solamente correlata alla qualità dei mezzi diottrici e alla capacità di mettere correttamente a fuoco le cose, ma anche al tipo e al numero di fotorecettori presenti sulla retina. Gli animali hanno meno difficoltà di noi nel vedere gli oggetti in situazioni di scarsa luminosità. Ci riescono grazie alla presenza del “tappeto lucido”, ovvero una struttura cellulare riflettente che non troviamo nell’uomo e che è costituita da un foglietto rifrangente. Questo tappeto lucido amplifica la luce, è indispensabile nelle condizioni di oscurità e permette agli animali di vedere anche in assenza di fonti luminose. È proprio grazie a questa caratteristica e al fatto che il campo visivo è maggiore di quello umano che molti animali riescono a orientarsi bene anche in ambienti poco illuminati. Collegata a questa abilità, troviamo la capacità di vedere i movimenti, anche quelli minimi e lontani. Gli animali sono molto più sensibili di noi al movimento e infatti riescono a vedere meglio oggetti che si muovono rispetto a quelli statici. Come forse puoi immaginare, questa abilità è presente soprattutto nei predatori. Ringraziamo il dott. Domenico Multari per aver redatto il contenuto scientifico sulla base del quale è stato realizzato questo approfondimento.⁣⁣⁣⁣ read more read less

3 years ago #animali-domestici, #benessere-animale, #cani, #gatti