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Inumane Vite - Le storie che non sai

  • Explicit

    Trailer

    26 JUL 2022
    1m 34s
  • 1- Introduzione

    26 JUL 2022 · Introduzione al podcast "Inumane vite - Le storie che non sai - L’incredibile viaggio di Maria Luisa Zardini De Marchi nelle borgate romane, prima della 194. " Una preziosissima opera oggi introvabile che raccoglie le testimonianze di donne che per la prima volta si raccontano e parlano di argomenti mai prima trattati, segreti e invisibili come la sfera sessuale e i procurati aborti.
    15m 47s
  • 2 - Mamma ho fame, tira la coda al cane

    26 JUL 2022 · L’opera Inumane Vite non si trova più nelle librerie. E’ un testo che non è stato più ristampato. Lo si può trovare solamente on line di seconda mano, ma non proprio ad un costo accessibile a tutti. E’ praticamente introvabile quanto speciale: è un’opera che fa parlare le donne per la prima volta dei loro vissuti strettamente personali, riguardanti la sfera sessuale ed il rapporto con il proprio corpo. Fa parlare le donne dei loro drammi che si trovano ad affrontare in totale solitudine come quello dell’aborto, un’esperienza segreta e negata che Zardini De Marchi è riuscita benissimo a rendere finalmente visibile.... Le tre testimonianze scelte: Mamma ho fame, tira la coda al cane/ Sogna di castrare il marito/A 30 anni ne dimostra 50
    19m 18s
  • 3 - Benedice la mammana

    4 AUG 2022 · La realtà psico sociale che incontra la dottoressa Zardini De Marchi, man mano che allargava le conoscenze ed approfondiva i contatti con le coppie assistite, finì per apparirle come la causa principale delle tragedie sociali di cui era quotidianamente testimone, prodotto di una politica sociale cieca e moralistica. Tra queste tragedie vi era quella dovuta alle complicazioni a seguito dei procurati aborti, diretta conseguenza di una legislazione italiana all’epoca tra le più repressive. In un comunicato alla presidenza del giugno del 1971, a firma dei senatori Banfi, Caleffi e Fenoaltea, si descrive bene l’ampiezza del fenomeno che non interessava solo le donne delle classi meno abbienti ma tutte indistintamente, con una sostanziale differenza: le donne che appartenevano alle classi agiate usavano il metodo più sicuro del raschiamento dell'utero eseguito clandestinamente dai ginecologi oppure andavano all'estero in Paesi dove l'aborto terapeutico era consentito anche per le straniere. Ma anche le donne che non disponevano di mezzi trovavano facilmente il modo di interrompere la gravidanza: esse si ricorrevano alle cosiddette «mammane », che applicavano una sonda nell'utero e che per molte donne rappresentavano un faro nella loro vita buia, la loro liberazione.
    17m 3s
  • 4 L'inferno é qui

    30 AUG 2022 · E poi c’era chi come Elena, durante l’intima chiacchierata, confessava all’autrice che pur di non rimanere incinta, usava un pezzo di sapone poco prima di avere un rapporto sessuale con suo marito…. Sì, si faceva di tutto pur di non affrontare un’altra gravidanza indesiderata. La prolificità era infatti talmente elevata da drenare tutte le risorse economiche, e da impoverire i ceti più miseri. L’inferno è qui, esclamò Filomena del Quarticciolo nel descrivere la sua vita familiare...
    17m 4s
  • 5- Preferisce gli aborti

    21 SEP 2022 · La dottoressa Zardini De Marchi dopo avere mostrato l’ovulo vaginale prescelto per l’esperimento ne spiegava poi i metodi di applicazione. Tra le 558 donne avvicinate, c'era chi lo rifiutava, e chi ne richiedeva per se stessa come anche per le amiche, sorelle, vicine. Dei 51 rifiuti, solo uno fu spiegato dall’intervistata con ragioni di obbedienza religiosa. La maggioranza dei rifiuti fu ascritta dalle intervistate ad un’opposizione del marito, prevalentemente dovuta al timore dell’infedeltà. Come il marito di Franca del Tiburtino Terzo, che non fidandosi della moglie metteva gli ovuli in cassaforte. Poi c'era chi pensava che il preparato fosse nocivo alla salute o non fosse efficace. Ed altre donne (non poche donne, scrive l'autrice) che spaventate dalla propaganda negativa nei confronti dei mezzi anticoncezionali, continuarono a ricorrere all’aborto ritenendolo il sistema meno rischioso
    18m 14s
  • 6 - Che cosa si racconta al prete

    1 OCT 2022 · Questo nuovo podcast che prende il nome da una delle letture che andrete ad ascoltare, “ Che cosa si racconta al Prete” prova ad affrontare quello che è stato il pesantissimo condizionamento sulla vita delle donne da parte della Chiesa. Un condizionamento che ha inciso ad esempio sull’uso o meno della pratica contraccettiva considerata peccato mortale. In questa puntata ascolteremo tre storie: - Che cosa si racconta al prete - Ma che sta a dì sto Papa - Il Papa non ha mai abortito Buon ascolto!
    20m 24s
  • 7 - Medici delle compere

    8 OCT 2022 · C’è una storia tra le tante raccontate nell’opera Inumane vite, che mi ha colpito nel profondo, per il carico di dolore e sofferenza che comunica. E’ la storia di Mafalda della provincia romana, venticinquenne, madre di tre figli che tragicamente, in totale solitudine perse la vita per un aborto clandestino. Una morte la sua che come quella di tantissime altre donne poteva essere evitata.... In questo episodio sono stati scelti e letti tre brani che denunciano la grave responsabilità dei medici che ancorati strettamente all'ottusa religiosità medievale, nel rispetto di una moralità da seguire, davanti all'espresso desiderio della donna di non volere più figli, davanti alla sua richiesta di un metodo anticoncezionale, rispondevano in moltissimi casi con la più totale chiusura, portando la donna a intraprendere la strada dell'aborto clandestino e quindi in tantissimi casi alla sua morte. Una morte evitabile. Come rilevò Zardini De Marchi: i medici da lei incontrati "nella diversità delle rispettive posizioni ideologiche, avevano mostrato un denominatore comune: il rifiuto di assumersi una qualsiasi responsabilità personale; la tendenza a delegare ogni iniziativa a qualche autorità esterna". I brani scelti: Figlio cedesi gratis - Un bottone nero sulla maglia - Medici delle compere
    25m 27s
  • 8 - "Buona sera, signora maestra"

    1 NOV 2022 · Il controllo sul corpo e sulla vita riproduttiva della donna - da parte dei mariti, dei vicini, o di organizzazioni ecclesiastiche come la Poa, Pontificia Opera di Assistenza - avvenivano di continuo - come testimoniano i racconti delle donne intervistate e della stessa autrice...
    21m 5s
  • 9 - Inchiesta della Poa?

    5 NOV 2022 · Un episodio a parte merita il racconto dal titolo "Inchiesta della POA?" sia per ragioni legate al tempo di lettura, sia perché parla di un tema ricorrente nella vita delle donne e che ancora oggi, soprattutto oggi ci ritroviamo a dover affrontare: il patriarcato, come forma di pensiero strutturale, cioè non individuale ma sociale e collettiva che agisce anche attraverso la religione e le sue organizzazioni per il controllo della vita riproduttiva delle donne . Tra queste organizzazioni, la POA Pontificia Opera di Assistenza, oltre ad ad assistere per breve tempo le donne in attesa, operava nelle borgate romane più povere arrivando a compiere appostamenti e pedinamenti finalizzati a scoprire cosa ci fosse dietro la presenza di una donna a loro sconosciuta - che andava in borgata a parlare alle altre donne di controllo delle nascite....
    20m 17s

Questo progetto nasce subito dopo il 24 giugno 2022: durante i giorni delle proteste sollevate a seguito della decisione della Corte suprema degli Stati Uniti d’America che ha cancellato la...

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Questo progetto nasce subito dopo il 24 giugno 2022: durante i giorni delle proteste sollevate a seguito della decisione della Corte suprema degli Stati Uniti d’America che ha cancellato la sentenza Roe vs Wade del 1973, e quindi il diritto costituzionale all’aborto in tutto il paese. Ad ascoltare le voci che arrivavano dalle manifestazioni, a leggere documenti ed articoli su imprese di donne coraggiosissime che si battono per l’autoderminazione femminile, mi è sembrato di ripercorrere un vero salto temporale indietro di circa cinquant’anni, prima della 194 – la legge che dal 22 maggio 1978 ha depenalizzato l’aborto permettendo alle donne di farlo in sicurezza nelle strutture pubbliche anziché in clandestinità, rischiando spesso la vita e una denuncia. Questo progetto di podcast nasce proprio per mettere in luce questi spazi oscuri, drammi e sofferenze, ma anche il coraggio delle donne che come Maria Luisa Zardini De Marchi, dell’Aied (Associazione Italiana per l’educazione Demografica) il 20 marzo 1959 con una borsa piena di questionari e di mezzi anticoncezionali si avviò verso le borgate romane, le più povere. E casa per casa, dette inizio a quello che è stato definito il più lungo esperimento di assistenza anticoncezionale a domicilio, mai condotto al mondo. Lei dall’incontro con le donne delle classi meno abbienti, dai dialoghi e dalle sue osservazioni, decise di scrivere un libro. Una preziosissima opera che noi donne, tutte dovremmo conoscere perché la conoscenza è la nostra più grande arma che abbiamo per difenderci, per poter vigilare e prendere coscienza e parola sui nostri diritti. Per approfondire una conoscenza del passato che ha a che fare con il nostro corpo, con la nostra vita. Perché il tentativo di rimettere in discussione il diritto all’autodeterminazione torna ciclicamente. Perché se vogliamo non ritornare al passato, bisogna conoscerlo quel passato. Affinché le nostre vite o quelle delle vostre giovani amiche, figlie, sorelle, vicine, non diventino mai inumane vite.

Scritto e raccontato da Antonietta Muscas Podda. L'opera da cui sono tratti gli episodi si intitola: Inumane Vite di Maria Luisa Zardini De Marchi , Sugar Editore, Milano 1969.
La foto della copertina è di Anna Rye. La musica utilizzata per la sigla è di Circus Marcus - Le réveil (free music archive).
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