Cicatrici Podcast

É ora di mettere ordine, di ripartire dalle piccole cose perché è proprio da lì che si trarrà la struttura mentale per poi dare ordine mentale a quanto più complesso

Con il passare degli anni diventiamo tutti un po' più selettivi sugli individui che accogliamo nella nostra vita. E tu? A chi dedichi più tempo nella tua giornata e chi dedica più tempo a te?

Vivere Senza aspettative sarà davvero possibile ma soprattutto è davvero auspicabile?

Ci sono dei momenti in cui vorresti mettere tutto in pausa. Vorresti una tregua, magari sogni di andare via per un po’, fare un viaggio che ti permetta di recuperare le energie e guardare alle difficoltà con distacco. Vorresti rallentare il tempo. Vorresti viverlo il tempo. Vorresti smettere di esserci per gli altri e iniziare ad ESISTERE. Ci sono momenti che vorresti fermare il mondo e scendere.

Ci sono due modalità completamente diverse di rapportarsi all'altro: come un Tu o come un Esso

Che cos'è il senso di appartenenza? Ecco, qualcuno direbbe che è la misura secondo cui facciamo parte di un gruppo. Ed effettivamente il senso di appartenenza è proprio quella percezione di far parte di qualcosa, di un insieme di persone, che sia un gruppo, che sia una coppia, che sia una comunità, un movimento molto più allargato. L'uomo ha sempre fatto parte di gruppi. Partiamo ad esempio dal gruppo più piccolo che è quello della coppia, che poi si allarga, diventa più radicata, diventando una famiglia; ma anche il gruppo scuola, il gruppo classe, il gruppo di amici, la società, un movimento culturale, un movimento politico. Insomma, l'uomo ha sempre avuto bisogno di stare in mezzo alle persone. Ci sono persone che conducono una vita solitaria, è vero. Penso ad esempio ad un eremita, quella è una vita fatta per scelta ma la maggior parte delle persone stanno di fronte a qualcun altro e questo qualcun altro è casuale?

la guerra settimanale è appena iniziata. L'audioaforisma di oggi è di Goethe: “Essere stato un uomo significa aver dovuto combattere”. Spesso negli aforismi così come nel linguaggio comune si usa il termine uomo quale sinonimo di termini più generici. FossI una donna un po' mi darebbe fastidio e allora riscriviamo l'aforisma di goethe: “combattere è il fondamento stesso dell'essere umano.” Rifletti un istante: in seimila anni di storiografia riconosciuta l'essere umano è sempre stato impegnato in una qualche guerra forse dobbiamo concludere che siamo esseri belligeranti e solo accettando questa nostra natura possiamo veicolarla per raggiungere ciò che conta. Come mettere questo pensiero in azione oggi? Chiediti: Per cosa sto combattendo ogni giorno? E ancora: sono sìcuro che quello che sto combattendo non sia forse la guerra di qualcun altro?

Sono tornata, sempre introspettivo, senza falsificazioni ma anche un pò più divulgativo. Oggi parlo di Cherofobia: la paura di essere felice.

La destinazione non è solo il luogo che raggiungerai ma come ti sentirai una volta arrivato. E poiché la maggior parte delle persone, a mio parere, vive una sindrome da deficit di avventura, la capacità di portare un pizzico di avventura nella nostra quotidianità ti porta a vivere grandi avventure.

Il problema è che stanno diminuendo i problemi da risolvere da soli. Il risultato è che ci siamo dimenticati quanto sia bello sbagliare strada. Come sarebbe tornare a muoversi con la consapevolezza di poter sbagliare strada e finire da tutt’altra parte? Quanto tempo si perderebbe, quanta gente si perderebbe, ma quante storie ci sarebbero da raccontare. Le scoperte migliori si fanno esattamente dove pensi non ci sia nulla da scoprire. Oggi penso a quante cose potrebbero succedermi se mi concedessi ancora la possibilità di sbagliare strada, di arrivare tardi, di non arrivare proprio, qualche volta. Fortuna che siamo ancora imperfetti e certe volte sbagliamo strada lo stesso, nonostante tutto. Fortuna che il caso sopravvive ancora, anche se cerchiamo di rendere tutto sempre più facile e controllabile.

La coerenza è una di quelle cose di cui si parla in continuazione, una di quelle cose che, in un modo o nell’altro, finiscono sempre per trovare spazio nei nostri discorsi quotidiani. “È una questione di coerenza” è una delle frasi più gettonate nelle discussioni in cui qualcuno accusa qualcun altro. Noi ci chiediamo di essere coerenti in una realtà incoerente per natura, popolata da paradossi intricati ed eventi pratici che sconfessano le loro rappresentazioni astratte. E parliamo di una coerenza che non abbiamo mai riscontrato nemmeno in noi stessi.

Non sappiamo goderci le attese. Vivere le attese è fondamentale. Perché le attese sono un incrociarsi di sensazioni diverse che non trovi da nessun’altra parte. Quel momento in cui deve ancora succedere tutto. Non viviamo le attese, le schiviamo. L’istantaneo ci strappa il senso del vago.

Siamo sempre alla ricerca di scorciatoie. Vogliamo addomesticare l’inatteso sterilizzando gli imprevisti. Non sappiamo più accettare le nostre scommesse perse. Seguiamo sempre tutto e tutti, tranne noi stessi. Puoi averne migliaia sparsi in giro, ma finché non sai essere follower di te stesso tutti gli altri rimangono numeri.

Il punto è che oggi ci parliamo sempre meno e ci spiamo sempre di più. Ci guardiamo sempre meno da vicino e ci controlliamo sempre di più da lontano. Le foto che scompaiono dopo ventiquattro ore non hanno nessun valore. Siamo diventati un branco di insicuri. Ben vestiti, ma profondamente insicuri.

Non ci sono emozioni da silenziare. Siate liberi di sentirvi male

Sono tornato.

Un piccolo pensiero per questo Natale così particolare. Ho cercato di ripercorrere la storia del bacio, in tutte le sue manifestazioni: storiche tra sumeri e romani, letterarie ai tempi dei romanzi cavallereschi, ma non dimentichiamoci di Peter Pan che confondeva i baci con i bottoni, delle espressioni del bacio così particolari in ogni lingua, in ogni cultura e tradizione fino al suo silenzio nel 2020. Buon Natale!

Io è sempre un altro hanno ripetuto i grandi filosofi negli anni per indicare il profondo e costante cambiamento che continuiamo a vivere. Dicono che alla fine dei conti rimaniamo sempre soli con noi stessi ma il problema è capire con quale "io" rimango davvero.

In questa puntata parlo di scelte, del paradosso delle scelte, della varietà che ci immobilizza, della scelta di qualcosa che diventa quella stessa cosa.

Rispondo ad una lettera ritrovata in un cassetto. Una lettera dal lontano 2013 e che rappresenta un realtà ancora attuale.

"Do what you love is for amateurs, love what you do is for professionals. E' facile amare la novità, tutti ne siamo capaci ma solo pochi sanno amare nella quotidianità. Ecco la differenza tra hobby e professione, tra innamoramento e matrimonio.

Benvenuti nella prima puntata di questo nuovo progetto.